L’abito delle stimmate di San Pio da Pietrelcina

“NELL’ABITO DI SAN PIO DOBBIAMO VEDERE LE PIAGHE DI GESÙ E FARLE NOSTRE”

Il vescovo Sorrentino durante la celebrazione che ha concluso il pellegrinaggio di San Pio ad Assisi

ASSISI – “La celebrazione di oggi si arricchisce di un segno importante: l’abito che San Pio da Pietrelcina portava quando ha ricevuto le stimmate dal Crocifisso”. Lo ha detto il vescovo della diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino all’inizio della celebrazione eucaristica che ha concluso il pellegrinaggio del saio delle stimmate di Padre Pio nel Santuario della Spogliazione, domenica 5 agosto, giorno del centenario della transverberazione di Padre Pio, ossia della condivisione della Passione del Signore nella ferita del costato. “I Santi – ha sottolineato il vescovo durante l’omelia – sono nostri fratelli e hanno fatto il nostro cammino, pertanto guardandoli possiamo metterci sulle loro orme. Ogni santo è una realtà a se che porta la nostra umanità. San Pio ha trovato pienamente il suo riposo in Dio. Tutta la sua vita riposa in Dio ed è colma di Dio. Gesù è diventato il suo abito e la sua stessa vita. Dobbiamo vedere in questo abito le piaghe di Gesù e farle nostre ”. Al termine della santa messa sono seguiti i saluti e ringraziamenti di padre Matteo Siro, ministro provinciale dei frati minori cappuccini dell’Umbria e di fra Carlos Acácio Gonçalves Ferreira, rettore del Santuario della Spogliazione, il luogo che ricorda la spogliazione di Gesù vissuta dalla testimonianza di Francesco. È seguita la testimonianza di un cantante e musicista argentino che ha deciso di dedicare i suoi talenti per divulgare tramite la musica il messaggio di Gesù Cristo e in modo particolare di San Pio e che ha raccontato come “dal primo giorno in cui Padre Pio è apparso nella mia vita non se ne è mai andato e mi ha accompagnato fino ad oggi”. Il saio accompagnato dai frati cappuccini di San Giovanni Rotondo è partito al termine della celebrazione per raggiungere il Santuario de “La Verna”.

 

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