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Carlo Acutis Santo, ecco chi ha ottenuto il miracolo

ASSISI – Una giovane del Costa Rica, studentessa a Firenze, che cade dalla bicicletta e va in coma irreversibile. E’ Valeria la destinataria del miracolo riconosciuto grazie all’intercessione del Beato Carlo Acutis. Tutto accadde il 2 luglio del 2022 quando la ragazza ha avuto un incidente nel centro storico di Firenze e cade e trasferita all’ospedale di Careggi le diagnosticano un trauma cranico molto grave, per il quale deve essere effettuato un intervento di craniotomia, asportazione dell’osso occipitale destro per diminuire la pressione. Le speranze di vita sono azzerata. La mamma Liliana, sei giorni dopo, viene in Assisi, per raccomandare la figlia al Beato Carlo e passa tutta la giornata inginocchiata davanti alla sua tomba. In serata riceve una telefonata dall’ospedale che la informa del miglioramento improvviso e inspiegabile della figlia: Valeria ha ripreso a respirare spontaneamente, il giorno dopo riprende a muoversi e parzialmente a parlare. Di lì a poco la Tac evidenzia la scomparsa dell’emorragia e, nonostante la terapia riabilitativa prevista, Valeria si riprende in poco tempo. A settembre, insieme alla mamma, vengono ad Assisi per pregare sulla tomba di Carlo e ringraziare per il miracolo ricevuto.

Beato Carlo Acutis, riconosciuto il miracolo da parte del Papa

Assisi in festa per la prossima canonizzazione del giovane, ora si attende la data - (guarda l'intervista alla mamma dopo l'annuncio)

ASSISI – E’ stato annunciato dalla Sala Stampa vaticana che un miracolo compiuto per
intercessione del beato Carlo Acutis è stato riconosciuto da papa Francesco il quale ha
autorizzato il Dicastero per le cause dei Santi a pubblicare il relativo decreto. Su questa
base, in data da definire, Carlo sarà proclamato santo, passando così dal culto locale che
è proprio dello status di beato, al culto universale che caratterizza i santi canonizzati.   La
Chiesa di Assisi è in festa. Sia lode al Signore, che sta facendo grandi cose, per dare un
colpo d’ala al nostro entusiasmo nella coerenza cristiana e nell’annuncio del Vangelo.
Grazie anche al Santo Padre che sta assecondando l’opera di Dio. Trovandomi ancora a
Roma, dove si conclude  la CEI, conto di arrivare in serata ad Assisi,    per ringraziare il
Signore nella celebrazione eucaristica. Ma fin d’ora mi unisco ai fedeli che si trovano nel
Santuario per una preghiera di lode. Voglia il Signore continuare la sua opera attraverso la
testimonianza del beato Carlo. Egli potrà essere chiamato “Santo” e venerato con il culto
liturgico dovuto ai Santi solo dopo la canonizzazione. Liturgicamente, pertanto, tutto
rimane come prima. Ma esprimiamo con esultanza la nostra gioia in unione con la
famiglia, specie il papà Andrea e la mamma Antonia, e tutti i devoti di Carlo sparsi nel
mondo. Egli ci ottenga dal Signore di amarlo come lo ha amato lui, soprattutto nella Santa
Eucaristia. In attesa di rivedervi, vi benedico di cuore

+ Domenico Sorrentino, Vescovo

Assisi, 23 maggio ’24

 

La reliquia del Beato Carlo Acutis di nuovo in Irlanda

Pellegrinaggio dall’11 al 14 maggio nell’archidiocesi di Armagh e nelle diocesi di Down e Conor

ASSISI – “Per la quinta volta una reliquia del Beato Carlo Acutis andrà da Assisi all’Irlanda. Questo primo Beato del millennio, che segue le orme di San Francesco d’Assisi, ci invita ‘a stare sempre uniti a Gesù: questo è il mio programma di vita’”. Sono le parole del vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino, in vista del nuovo pellegrinaggio della reliquia di Carlo Acutis, nell’arcidiocesi di Armagh e nelle diocesi di Down e Conor dall’11 al 14 maggio. Nello specifico, la reliquia verrà portata al Priorato di Benburb, fondato dai Servi di Maria, che conferì al Beato Carlo il sacramento del Battesimo. Lunedì 13 maggio, memoria della Madonna di Fatima, per cui Carlo aveva una particolare devozione, la reliquia verrà trasferita nelle parrocchie di San Nicola (Ardglass) e Saint Mary’s (Dunsford) con la messa celebrata dal neo insediato vescovo Alan McGuckian,. Ad accompagnare la reliquia, un frammento del pericardio, la membrana che proteggeva il suo cuore, sarà monsignor Anthony Figueiredo, responsabile delle Relazioni Internazionali della diocesi di Assisi. La reliquia ha già viaggiato per otto diocesi irlandesi: l’arcidiocesi di Armagh, Dublino e Tuam, e le diocesi di Clogher, Derry, Down e Connor, Dromore ed Elphin, attirando ogni volta migliaia di pellegrini. Il beato Carlo, il ragazzo in “jeans e scarpe da ginnastica”, è morto per leucemia a soli 15 anni nel 2006; nutriva una passione per la santità e basava la sua vita sull’Eucaristia per crescere nel rapporto con Gesù. Come diceva sempre “Essere sempre uniti a Gesù questo è il mio programma di vita”. Oggi, la sua salma riposa nel Santuario della Spogliazione di Assisi, dove San Francesco compì il gesto profetico di spogliarsi davanti al Vescovo per affidarsi solo alla provvidenza di Dio.

Il vescovo: “Sia un Natale di braccia che si aprono e di cuori che si distendono”

Il messaggio di Natale di monsignor Domenico Sorrentino

 

ASSISI – “Sia un Natale di braccia che si aprono e di cuori che si distendono e che imparano a sorridere e ricominciare. Sia il Natale di Betlemme, sia il Natale di Gesù che vuole il nostro bene”. È uno dei passaggi del video di auguri del vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino.

“Buon Natale cari fratelli e sorelle – continua il vescovo – vengo volentieri nelle vostre case a portarvi il sorriso di Dio, un sorriso di cui abbiamo bisogno in questi giorni e in questo tempo di tanta tristezza. È un Natale di guerre che strappano il cuore: c’era e c’è la guerra in Ucraina, si è acuita la guerra in Terra Santa con un attacco terroristico che ha mietuto vittime e ancora ci dà l’immagine dolorosa di tanti ostaggi, c’è stata una reazione disastrosa e rischia di essere crudele e fin troppo prolungata. E nel mondo ci sono tante altre guerre dimenticate che portano macerie, sangue, dolore e lacrime. Come è possibile dirsi buon Natale in questa situazione? È possibile – continua il vescovo – perché sulle nostre fatiche splende il sorriso di Dio che non si stanca di volere la nostra gioia. E ce la mette tutta e ci chiede di aprire il cuore alla gioia, accogliendo il segreto che ce la può dare, il segreto di un amore riscoperto e vissuto nei suoi confronti e nei nostri rapporti. Dio viene nel suo Figlio fatto carne a dirci che ci sta vicino, prende la nostra sofferenza sulle sue spalle, la porta con noi e ci dice: ‘Cari figli, che aspettate ad aprire il cuore all’amore?’. Non si va da nessuna parte facendoci la guerra e la guerra non è solo quella di bombe e macerie, ma anche quella dentro di noi e delle case che non trovano la capacità di vivere in fraternità e in unione, ma vivono con tante tensioni e separazioni che portano dolore ai bambini e a coloro che hanno bisogno di essere accuditi dalla premura dell’amore”. Monsignor Sorrentino conclude il suo messaggio facendo gli auguri, in sei lingue, ai tanti pellegrini di diverse nazionalità, arriveranno in Assisi per le festività natalizie. “Buon Natale a voi fratelli e sorelle che mi ascoltate nelle vicinanze, ma vorrei augurare buon Natale ai pellegrini che ci raggiungeranno nelle feste da tutte le parti del mondo; a loro parleremo nella nostra lingua o nella loro lingua (seguono auguri in inglese, tedesco, francese, spagnolo e portoghese). Buon Natale a tutti in tutte le latitudini del mondo, il Bambino di Betlemme ci porti un regalo grande, il regalo della pace”. Per quanto riguarda le celebrazioni, quello di quest’anno sarà un Natale speciale, all’insegna degli 800 anni del primo presepe della storia, realizzato da San Francesco a Greccio nel 1223. Tanti gli appuntamenti di fine anno e le sante messe che verranno celebrate per il Tempo di Natale. Nella cattedrale di San Rufino la sera del 24 dicembre, vigilia di Natale, alle ore 23.30 si terrà il Pontificale del vescovo, mentre il giorno di Natale oltre alle sante messe delle ore 8 e delle ore 18, alle ore 10 verrà celebrata la santa messa solenne animata dalla Cappella musicale San Rufino. Come di consueto domenica 31 dicembre durante la santa messa delle ore 17 verrà cantato il “Te Deum” di ringraziamento. Lunedì 1 gennaio le sante messe verranno celebrate alle ore 10 e ore alle ore 18 mentre il 6 gennaio oltre alle sante messe delle ore 8 e delle 18 verrà celebrata una santa messa solenne alle ore 10. Nella chiesa di Santa Maria Maggiore – Santuario della Spogliazione la santa messa “nella Vigilia di Natale” verrà celebrata alle ore 22.30, nel giorno del Natale del Signore la celebrazione eucaristica si terrà alle ore 9.30 e alle ore 11. Domenica 31 dicembre dalle ore 23 alle ore 24 ci sarà l’adorazione eucaristica. Il 1 gennaio la santa messa verrà celebrata alle ore 9.30 e alle ore 11, mentre sabato 6 gennaio, Epifania del Signore santa messa alle ore 9,30 e alle ore 11. La santa messa del giorno di Natale a Nocera Umbra si terrà alle ore 11,15 nella concattedrale di Santa Maria assunta a Nocera Umbra e sarà presieduta dal vescovo Sorrentino. Sabato 24 dicembre la veglia nella concattedrale di San Benedetto a Gualdo Tadino sarà celebrata alle ore 23,30. Il vescovo Sorrentino il giorno di Natale alle ore 18 presiederà la santa messa nella concattedrale di Sant’Agostino a Foligno.

Le sante messe della sera del 24 dicembre alle ore 23.30, vigilia di Natale, e quella del giorno di Natale alle ore 10 che verranno celebrate nella cattedrale di San Rufino saranno trasmesse in diretta su Maria Vision (Canale 255).

Sei candeline per il Santuario della Spogliazione – < programma>

Sesto anniversario dall’erezione: dal 19 al 21 maggio diversi momenti di riflessione, preghiera e arte

ASSISI – “#Nulla di proprio. Per un mondo fraterno e solidale: tra arte, musica e spiritualità” è il titolo della serie di iniziative che si terranno da venerdì 19 a domenica 21 maggio in occasione del sesto anniversario dell’inaugurazione del Santuario della Spogliazione, istituito nel 2017 e dove si terranno tutti gli eventi in programma. Sono passati sei anni dall’erezione del Santuario e nel giro di poco tempo è aumentata l’attenzione per questo luogo: nel 2022 sono stati infatti 500 mila i pellegrini che hanno visitato la tomba del Beato Carlo Acutis e la porta di Francesco, il luogo della spogliazione del Poverello di Assisi.

Ritornando alla tre giorni, si comincia venerdì 19 maggio alle ore 16.30 con la tavola rotonda: “Istituzioni, tra legalità e solidarietà” alla quale, oltre al vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino, parteciperanno tra gli altri anche l’onorevole Lorenzo Fontana, presidente della Camera dei Deputati, e don Maurizio Patriciello, parroco sotto scorta nella Terra dei Fuochi. Sabato 20 maggio alle ore 11 la consegna del Premio internazionale Francesco d’Assisi e Carlo Acutis per una economia della fraternità”, alla presenza, tra gli altri, del cardinale Luis Antonio Tagle, Pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione. Il riconoscimento punta a sostenere iniziative che vengono dal basso: quest’anno sono arrivati 41 progetti da tutto il mondo che, sottoposti alla commissione, sono stati oggetto di una pre-selezione e poi della valutazione definitiva per l’assegnazione dei 50 mila euro di premio. Nel pomeriggio alle ore 16.30 la presentazione del libro: “Francesco e i vescovi di Assisi, storia di un rapporto” di padre Felice Autieri; modera Safiria Leccese, giornalista e conduttrice tv. Alle ore 21.15 lo spettacolo teatrale: “Il destino di una testa di legno”, ideato, scritto e musicato dai ragazzi di Assisi. Infine, domenica 21 maggio alle ore 11 la santa messa presieduta dal Card. Lazarus You Heung-sik, Prefetto del Dicastero per il Clero.

>>programma degli eventi

Santuari. Mons. Sorrentino: “Autentici avamposti di evangelizzazione”

ASSISI – “I Santuari Sono dei veri avamposti di evangelizzazione”. Li definisce così monsignor Domenico Sorrentino, vescovo delle diocesi di Assisi -. Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno e da qualche mese assistente ecclesiastico del Collegamento nazionale santuari, in una lunga intervista di Gigliola Alfaro, di Agensir. Riportiamo qui di seguito il servizio giornalistico integrale. 

Sono luoghi dove “si percepisce una speciale presenza soprannaturale” e dove si respira “un clima di intensiva esperienza di Dio ma anche di profonda esperienza della nostra umanità”, spiega al Sir l’arcivescovo che, quest’anno, è stato nominato, ad quinquennium, assistente ecclesiastico del Collegamento nazionale santuari.

Viviamo in una società sempre più secolarizzata, eppure la sete di Dio e di un senso ai nostri giorni non svanisce, anzi. Molti in ricerca traggono forza e risposte anche grazie a pellegrinaggi in santuari dove si respira un clima di raccoglimento e forte spiritualità. L’Italia è ricca di santuari, da Nord a Sud. Quest’anno il vescovo delle diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Foligno, mons. Domenico Sorrentino, è stato nominato, ad quinquennium, assistente ecclesiastico del Collegamento nazionale santuari. A lui chiediamo come si può sviluppare una pastorale dei santuari in modo che diventino centri propulsori di evangelizzazione permanente.

Eccellenza, il Collegamento che ruolo svolge?

La parola lo dice: collegare. I santuari italiani sono tanti e delle più diverse tipologie.I fedeli vi giungono con un’esigenza di spiritualità, spesso profonda e illuminata, altre volte con la fede dei “semplici”. Non mancano, infine, i visitatori che vi arrivano con esigenze culturali, artistiche, o semplicemente di curiosità.A differenza delle parrocchie, i pellegrini dei santuari sono saltuari, anche se spesso, con una certa periodicità, ripetono le loro visite. Il Collegamento aiuta i rettori e gli operatori dei santuari a mettere insieme le loro esperienze, ad avere momenti formativi comuni, ad organizzare eventi condivisi.

In un tempo di forte secolarizzazione, ma anche di grande sete di senso, quanto i santuari possono aiutare a ritrovare la fede?

Se il ministero pastorale nei santuari è svolto bene, i santuari possono essere autentici avamposti di evangelizzazione.

Essi hanno, rispetto alle altre chiese, una sorta di identità “carismatica”. Vi si percepisce una speciale presenza soprannaturale. Quando sono legati a titoli speciali di Dio e della Vergine, hanno l’attrazione che deriva, oltre che dal mistero contemplato, anche dal loro essere memoria dei tanti pellegrini che nel tempo hanno riversato in quei luoghi le loro preghiere e spesso le loro lacrime. Se sono legati a santi e beati, i fedeli vi trovano il Vangelo riflesso nella vita.Quello dei santuari è un clima di intensiva esperienza di Dio ma anche di profonda esperienza della nostra umanità. Il tempo che vi si spende è in genere breve, ma può essere di grande impatto spirituale. Una grande responsabilità per chi vi rende il suo servizio.

In Italia ci sono molti santuari, lei è stato pastore a Pompei, dove c’è un importante santuario mariano. Nel nostro Paese i santuari sono prevalentemente di ispirazione mariana?

I santuari mariani sono certamente molti. Si va a un santuario mariano come si va alla casa della Madre. La mia esperienza di Pompei è stata in questo particolarmente istruttiva. Lo sguardo dei pellegrini rivela un dialogo vero, sentito, fiducioso, con Maria. Si sente che, affidandosi a Maria, non si va perduti. E Maria porta a Gesù, lo addita, lo consegna. È Lui il Salvatore.

Una delle responsabilità di quanti si dedicano ai santuari mariani è quella di fare in modo che la devozione mariana diventi sempre più “cristocentrica”.

Lei ora è vescovo ad Assisi, dove c’è un altro importante santuario, quello della Spogliazione, dove sono accostati un santo, Francesco, e un beato, Carlo Acutis, che possono parlare ancora molto ai cuori dei nostri contemporanei, giovani e meno giovani. Che esperienza si sta vivendo ad Assisi con questo santuario?

Il santuario della Spogliazione affonda le radici nella storia, ma, come santuario, è un nuovo tassello nel mosaico santuariale assisano. Ha registrato in pochi anni una adesione che stupisce, soprattutto considerando che moltissimi sono i ragazzi e i giovani che vi giungono.

Francesco e Carlo sono un “team” incredibile.

L’immagine del Poverello, che si spoglia di tutti i suoi beni per essere di Cristo e dei poveri, e l’immagine del beato, nella sua santità giovanile, sorridente, tutta del nostro tempo, ma insieme così solida e profondamente eucaristica, danno insieme una indicazione di vita che coinvolge profondamente. All’ingresso del santuario le due immagini sono rappresentate insieme, con le mani che additano Gesù. In modi diversi, Francesco e Carlo veicolano lo stesso messaggio.

Nel suo decreto di nomina c’è la “ferma speranza” che lei possa contribuire allo sviluppo della pastorale dei santuari in Italia. Come renderli centri propulsori dell’evangelizzazione permanente?

Ho accolto con gratitudine questo incarico, sapendo di avere tanto da apprendere, proprio attraverso la conoscenza e il collegamento di quanti sono impegnati in questo ambito pastorale. Nei santuari si trova un servizio di accoglienza, di catechesi, di celebrazioni specialmente eucaristiche, di confessioni, di svariate pratiche di pietà, in particolare il Rosario, con sussidi, esposizioni, guide, “ex voto”, che sono possibili strumenti di evangelizzazione.

Con il loro servizio , i santuari possono essere di grande aiuto all’evangelizzazione. Sono certamente di sostegno alla pastorale ordinaria delle parrocchie, alla quale essi non si sostituiscono e alla quale devono rinviare.

Alcune circostanze prossime, come il Giubileo del 2025 o il centenario francescano ed altre date significative dei singoli santuari, potranno offrire nuove opportunità. La pastorale dei santuari è fatta di tante cose, ma io mi auguro che per tutti l’impegno prioritario sia rimettere tra le mani e nel cuore delle persone il Vangelo. Bisogna cominciare da qui.

Nei santuari un elemento molto forte è rappresentato dal fatto che i fedeli si riavvicinano più facilmente al sacramento della riconciliazione?

Certamente è uno dei punti di forza di tanti santuari, soprattutto se il sacramento della riconciliazione è ben celebrato e organizzato.Un ambiente, in cui si è aiutati a “convertirsi”, è anche l’ambiente più favorevole per riversare i propri peccati tra le braccia della divina Misericordia e cominciare una vita nuova. L’ho sperimentato tante volte sia a Pompei sia ad Assisi.Ma sappiamo anche che il sacramento della riconciliazione attraversa una crisi storica. Va rilanciato.

Come incoraggiare ancora di più i pellegrinaggi in questi luoghi carichi di fede e spiritualità?

I santuari esercitano da se stessi un’attrazione e non hanno bisogno di crescere per via di “propaganda”.

La loro forza è nella “gratia loci”: come dire, viene dall’alto.

È chiaro, tuttavia, che una maggiore conoscenza e informazione può aiutare. Il Collegamento può offrire in questo una circolazione di idee ed esperienze utili. La differenza poi la fa sempre l’informazione data da persona a persona, da chi ha fatto esperienza, quando nei santuari si trova non solo la loro grazia specifica, ma anche un servizio di qualità.

Possono aiutare iniziative come la Notte dei santuari?

Credo proprio di sì. Ma è iniziativa “straordinaria”, utile nella misura in cui l’ordinario si svolge nel migliore dei modi.

 

Nuovo rettore al Santuario della Spogliazione: è padre Marco Gaballo

Il vescovo Sorrentino: “Grazie a padre Carlos che sarà l’apostolo della spogliazione nella sua Amazzonia”

ASSISI – “Padre Carlos ci saluta ma non per dirci un addio di separazione. Ormai il globo terrestre, il nostro pianeta è diventato piccolo, non c’è più la distanza che poteva esserci nei secoli passati, quando i frati cappuccini cominciarono a partire per il Brasile. E dunque gli diamo questo incarico di apostolo della spogliazione in Amazzonia, in quella terra che è stata una terra spogliata nella quale egli potrà ricordare cosa significa la spogliazione operata dalla violenza e insieme potrà ricordare la spogliazione di chi si spoglia per amore come San Francesco e il Beato Carlo Acutis”. Lo ha detto il vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno monsignor Domenico Sorrentino all’omelia della santa messa celebrata domenica 16 aprile nella chiesa di Santa Maria Maggiore – Santuario della Spogliazione per salutare e ringraziare padre Carlos Acácio Gonçalves Ferreira che, dopo circa 9 anni di servizio in diocesi come parroco e rettore del Santuario della Spogliazione, lascia Assisi per una grande parrocchia dell’Amazzonia e per accogliere il suo successore padre Marco Gaballo. All’inizio della santa messa il vescovo ha ricordato che “gli avvicendamenti nella Chiesa come nella società servono perché siamo fatti per dare il nostro servizio e poi per dare spazio ad altri che ci possono succedere. Nella Chiesa – ha aggiunto il vescovo – questo ha un’importanza ancora più grande perché ci ricorda che noi servitori passiamo e che al centro della nostra vita, della nostra attenzione, del nostro cuore deve rimanere Gesù, il Buon Pastore, il Crocifisso risorto”. Prima della benedizione del nuovo parroco, monsignor Sorrentino ha spiegato che padre Marco prende questo incarico “dopo essere stato già da un po’ con noi. Io – ha aggiunto il vescovo – fin da ora lo ringrazio. Ringrazio tanto di cuore – ha sottolineato – anche padre Carlos che ha svolto per diversi anni questo servizio e che ora vola verso la sua Amazzonia. Padre Carlos torna in quella terra che è la sua di origine a ricordare e a testimoniare tutto questo insieme ai suoi fratelli cappuccini. Ed ora Padre Marco assume la responsabilità piena e diretta di questa comunità parrocchiale e di questa comunità santuariale”.
Al termine della celebrazione eucaristica padre Carlos ha salutato l’intera comunità. “Il mio ringraziamento – ha detto – va innanzitutto a nostro Signore che è l’artefice di tutto, che ci chiama e ci sorprende. In Amazzonia, dove sono cresciuto, da ragazzino ascoltavo mia madre raccontare la vita di San Francesco e la cosa che più mi colpiva era la spogliazione. Sognare non costa nulla, ma io non mi sono mai permesso neanche di sognare che un giorno avrei visitato Assisi perché mi sembrava una possibilità irraggiungibile. Invece non solo ho visitato Assisi, ma sono stato con voi dieci anni fratelli amati che mi avete fatto sentire a casa”. Infine Padre Carlos ha ringraziato tra gli altri, il vescovo, il presbiterio e il Vicariato di Assisi, i confratelli, il sindaco di Assisi Stefania Proietti, alcune fraternità e associazioni locali, come l’Ente Calendimaggio e la Parte de Sotto, presente con il proprio vessillo. Padre Marco ha sottolineato che “tutto quello che abbiamo celebrato bisognerà viverlo. Sono veramente grato al Signore, al vescovo, a Dio per questo dono. Le parole che mi risuonano dalla liturgia sono: essere scelto, benedetto, inviato. Sono tutti nomi dell’amore. Nell’omelia il vescovo ha detto che siamo tutti benedetti, chiamati, inviati, abbiamo una missione che impariamo da Dio giorno per giorno. In questo andremo insieme nel vedere i piani del Signore”. Infine a Padre Carlos sono stati consegnati alcuni doni, tra essi quelli del Consiglio di amministrazione della Fondazione diocesana Assisi Santuario della Spogliazione, della Città di Assisi e dell’Associazione Amici Carlo Acutis.