I vescovi dell’assemblea generale straordinaria della CEI in preghiera per la pace sulle orme di Francesco e Chiara

ASSISI – “’Chi dice di dimorare in Cristo deve comportarsi come lui si è comportato’. Questa parola appena proclamata dà il tono alla nostra celebrazione e processione per la pace. Ci mette sulle orme di Francesco e Chiara, i due Santi che hanno fatto di Assisi la città della pace, muovendo da questa basilica dove le figlie di Santa Chiara elevano costantemente la loro preghiera, alla Basilica di San Francesco, dove il magistero del Poverello continua a risuonare, anche nel solco dello Spirito di Assisi che San Giovanni Paolo II inaugurò invitando tutte le religioni a pregare per la pace”.

Lo ha detto il vescovo monsignor Domenico Sorrentino mercoledì pomeriggio 15 dicembre durante la celebrazione del Vespro nella Basilica di Santa Chiara ai vescovi italiani, riuniti ad Assisi per l’Assemblea generale straordinaria. Al termine del Vespro i vescovi, in processione, si sono recati nella Chiesa Inferiore della Basilica di San Francesco per la celebrazione della santa messa presieduta dal cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della CEI e la preghiera sulla tomba del Santo. L’invocazione per la pace è stato il filo conduttore del pomeriggio.

“La parola di Dio – ha aggiunto il vescovo Sorrentino – ci invita a dare continuità, ma soprattutto un senso interiore e profondo a questa storia di preghiera, a cui si aggiungono oggi i nostri passi. Si tratta di accendere la fiammella della pace in un mondo soffocato da sangue e macerie. Quando si fermerà la spirale dell’odio e della violenza? Ci coinvolge ormai la lunga scia di sangue in Ucraina. La drammatica situazione nella Terra Santa che il cardinal Pizzaballa ci ha oggi descritto ci coinvolge profondamente. Qui ad Assisi israeliani e palestinesi ci sono ugualmente cari. ai primi ci lega un’amicizia che si strinse con Assisi quando ben 300 ebrei furono salvati dalla persecuzione nazista grazie alla generosità del vescovo Nicolini e di altri religiosi e laici. Ai palestinesi, come a tutto il mondo arabo della Terra Santa, ci lega l’antica amicizia sviluppata dai francescani custodi dei luoghi santi. Assisi è anche civilmente gemellata con Betlemme. Che cosa fare, quando la politica è impari e gli animi sono esacerbati? Il messaggio che ci danno i nostri santi è chiaro: crediamo, nonostante tutto, nella forza della preghiera. Ogni anno – ha precisato il vescovo – ce lo ricorda qui ad Assisi la festa del voto, con cui gli assisani ringraziano Santa Chiara per aver difeso la città da un’incursione armata alzando come scudo la Santa Eucaristia. Gesù ci ha garantito che la fede può spostare le montagne. Sappiamo tuttavia che non è qualcosa di magico e di automatica. C’è bisogno di una preghiera autentica, di cui proprio la Parola di Dio che abbiamo appena ascoltato ci indica la condizione: ‘Chi dice di dimorare in Cristo, deve comportarsi come lui si è comportato'”.

Nel primo pomeriggio una delegazione di vescovi è stata accolta da monsignor Sorrentino nel Santuario della Spogliazione.

Dopo il saluto del vescovo nella sala della spogliazione, il gruppo ha fatto sosta nel chiostro del Palazzo vescovile, visitato l’antica porta del Vescovado e il Museo della Memoria, Assisi 1943-1944. Infine i presenti hanno visitato la chiesa di Santa Maria Maggiore e pregato sulla tomba del Beato Carlo Acutis. Tutte le foto e il video sul sito della Diocesi

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